La morte di un parente innesca una serie di procedure burocratiche che devono essere messe in atto dagli eredi al fine di poter successivamente disporre dei beni del defunto. Inoltre, bisogna considerare i tempi di procedura necessari per poter sbloccare il conto corrente e i depositi a lui intestati presso gli istituti di credito. Approfondiamo l’argomento in modo da capire come procedere e come riscuotere le somme a cui gli eredi hanno diritto.
Eredi: come sbloccare il conto corrente del defunto
In seguito al decesso di un parente si apre sempre una successione per individuare gli eredi, legittimi o testamentari, del defunto ai quali sarà trasmesso il suo patrimonio. Nel caso specifico dello sblocco del conto corrente, gli eredi che accetteranno l’eredità avranno accesso al denaro e ai titoli presenti su di esso ma purtroppo, anche agli eventuali debiti.
Al momento dell’apertura della successione, la prima cosa da fare è comunicare la morte dell’intestatario all’istituto di credito interessato. La banca procederà subito ad effettuare un blocco cautelativo del conto corrente, estinguendo anche i poteri di firma (deleghe) che erano stati concessi a terzi quando era in vita. Gli eredi non potranno “sbloccare” i fondi fino a quando non presenteranno all’istituto di credito tutta una serie di documenti che consentiranno di chiudere e definire la pratica con la banca.
Gli istituti di credito, al fine di poter sbloccare il conto corrente in successione, devono infatti ricevere:
- certificato di morte
- atto di notorietà o dichiarazione sostitutiva attestante i fatti che riguardano la devoluzione dell’asse ereditario.
- copia del verbale di pubblicazione del testamento e della sua attivazione (nel caso in cui sia presente un testamento)
- dichiarazione di successione
- ricevuta dell’imposta pagata all’Agenzia delle Entrate.
La dichiarazione di successione deve essere effettuata entro dodici mesi dalla morte.
La produzione di questi documenti è fondamentale per stabilire e identificare con certezza gli eredi del defunto, in modo tale che la banca possa procedere e liquidare le quote spettanti a ciascuno degli eredi interessati.
Nel caso in cui il patrimonio del defunto non superi i 100.000 mila euro e non comprenda beni immobili (immobili, appartamenti ecc.) o diritti reali immobiliari (usufrutto, servitù ecc.), non è necessario presentare alcuna dichiarazione di successione.
Sblocco conto corrente cointestato
La successione del conto corrente opera diversamente a seconda che il defunto fosse unico intestatario o diversamente, titolare di un conto corrente cointestato. Nel caso in cui il defunto fosse unico intestatario, gli eredi, oltre ad informare debitamente la banca, possono chiedere contezza non solo del denaro depositato ma di tutte le informazioni relative ai rapporti tra la banca e la persona deceduta, in modo da accertare l’esistenza di eventuali libretti, titoli, polizze, ecc. Contestualmente, dovranno provvedere alla restituzione di assegni non utilizzati, bancomat, carte di credito e qualsiasi altro sistema di pagamento di proprietà della banca.
La questione diventa più complessa nel caso di un conto corrente cointestato, come accade spesso fra due coniugi.
Nel caso di conto cointestato è necessaria un’ulteriore distinzione in:
- conto cointestato con firma congiunta: è un conto in cui è necessaria la firma di entrambi per poter effettuare operazioni;
- conto cointestato con firma disgiunta: ogni intestatario può effettuare qualsiasi operazione in maniera autonoma.
Nella prima ipotesi il conto viene bloccato e il cointestatario e gli eredi devono recarsi insieme in banca per avviare la procedura necessaria a svincolare il denaro e gli altri beni collegati presenti nel conto.
Nel caso di conto corrente con firma disgiunta, il cointestatario ha diritto di disporre della sua quota, mentre la parte restante deve essere suddivisa tra gli eredi, tra i quali può rientrare ovviamente lo stesso cointestatario.
Molto spesso, l’azione di blocco dei conti del defunto viene vista in maniera negativa. Tuttavia, bisogna valutare che il congelamento è necessario al fine di poter verificare i diritti dei soggetti in quanto eredi. Il blocco cautelativo dei conti, altro non è che una manovra a scopo precauzionale, in modo tale che chi sottrae soldi, anche in modo involontario o senza cattive intenzioni tramite un banale prelievo, non commetta alcun reato.
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Categoria: Debito Bancario