Con il Decreto Legge n.118 del 24 agosto 2021 è stata introdotta una nuova importante procedura di composizione della crisi che prende il nome di Concordato Semplificato. In parole povere, consente all’imprenditore sovraindebitato di giungere con più facilita alla liquidazione dei beni – o alla cessione dell’azienda stessa – senza però fare ricorso alla più complicata procedura fallimentare.
Quando è possibile sfruttare il concordato semplificato
In questo difficile momento storico della nostra economia, sarà plausibile assistere alla chiusura di diverse attività stroncate dal caro bollette, dai tassi dei mutui sempre più alti e dal rincaro su qualsiasi prodotto o servizio. Davanti alla crisi d’impresa, il primo passo da fare è quello di aprire le trattative con i creditori mediante la nomina di un esperto, il cui compito è risanare i debiti. Tuttavia, questi negoziati sono spesso complessi e non di rado sfociano in un nulla di fatto. A quel punto, l’esperto incaricato ne darà conto in una apposita relazione. In una situazione del genere, l’alternativa precedente era aprire la procedura fallimentare, mentre adesso si può procedere diversamente, grazie al concordato liquidatorio semplificato.
La procedura
Qual è la procedura per ottenere il concordato liquidatorio semplificato? La proposta viene effettuata dallo stesso imprenditore al Tribunale di competenza che, in questa fase, si occupa semplicemente della valutazione della proposta nella sua forma, senza pronunciarsi sul suo contenuto.
Una volta raccolta tutta la documentazione, la proposta di concordato può essere depositata in Tribunale per la successiva omologazione. In questa fase, viene fissata un’udienza e viene nominato un ausiliario, ossia colui che poi andrà a valutare la proposta e la sua fattibilità. Una volta stabilita la data dell’udienza, il Tribunale intima all’imprenditore di comunicare la proposta ai creditori: questi possono presentare opposizione fino a dieci giorni prima dell’udienza stessa. Uno dei vantaggi di questa procedura sta proprio qui: per presentare la domanda non occorre avere il preliminare consenso dei creditori.
Requisiti per il concordato semplificato
Per assicurarsi che la domanda in Tribunale possa ottenere l’omologazione, l’imprenditore deve assicurarsi di:
- aver istaurato il contraddittorio, ossia aver provato ad effettuare le trattative di cui accennavamo poco sopra
- aver rispettato le cause di prelazione
- aver presentato un piano che possa essere considerato fattibile
- non arrecare pregiudizio ai creditori rispetto all’alternativa della liquidazione fallimentare
Trattandosi di una procedura concorsuale, il deposito della domanda di concordato viene comunicato al pubblico ministero e pubblicato poi nel registro delle imprese. Cosa accade, quindi, da quel momento in avanti?
- L’imprenditore subisce il cosidetto “spossessamento attenuto”;
- I crediti sorti in pendenza di procedura sono prededucibili;
- I creditori non possono acquisire diritti di prelazione rispetto a creditori concorrenti;
- Le ipoteche giudiziali iscritte nei 90 gg precedenti alla data di pubblicazione diventano inefficaci;
Inoltre, una volta omologato, il concordato semplificato è da considerarsi vincolante per tutti i creditori.
Quando il concordato diventa esecutivo e prevede la cessione dei beni, vengono nominati uno o più liquidatori, oltre un comitato a cui vengono attribuiti compiti di vigilanza.