Il pignoramento dello stipendio è una delle principali preoccupazioni per chi ha debiti in sospeso. Ma quali sono i limiti aggiornati al 2025? E come funziona il meccanismo di prelievo in busta paga o sul conto corrente? Facciamo chiarezza su tutte le regole in vigore da gennaio 2025.
A partire dall’inizio di quest’anno, i parametri per il pignoramento dello stipendio sono stati aggiornati in base alla variazione dell’Assegno Sociale, il riferimento per stabilire il cosiddetto “minimo vitale”.
La legge stabilisce che lo stipendio può essere pignorato solo entro un determinato limite per garantire al debitore una somma minima per il proprio sostentamento. Ecco cosa prevede l’articolo 545 del Codice di Procedura Civile:
- Il pignoramento massimo consentito è di un quinto (1/5) dello stipendio netto.
- Se il creditore è l’Agenzia delle Entrate Riscossione, i limiti sono diversi:
- 1/10 dello stipendio se l’importo è inferiore a 2.500 euro;
- 1/7 se lo stipendio è tra 2.500 e 5.000 euro;
- 1/5 se lo stipendio supera i 5.000 euro.
Anche il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) può essere pignorato, ma sempre nel limite di un quinto.
E se lo stipendio è molto basso?
Ricordati: nessun stipendio è totalmente impignorabile. Ma anche qualora la retribuzione fosse minima, il pignoramento si applica comunque per la parte eccedente il “minimo vitale”, pari ai 4/5 dello stipendio.
La Corte Costituzionale, con la sentenza 248/2015, ha stabilito che anche per chi ha un reddito molto basso, il pignoramento resta possibile, purché venga garantito almeno l’80% dello stipendio netto.
Pignoramento dello stipendio accreditato su conto corrente
Se lo stipendio è già stato accreditato in banca, valgono regole differenti rispetto al pignoramento diretto in busta paga. La legge stabilisce che possono essere pignorate solo le somme che superano il triplo dell’Assegno Sociale.
Facciamo un esempio pratico:
- Nel 2024, l’Assegno Sociale era pari a 538,68 euro. Quindi la soglia oltre la quale scatta il pignoramento è stata di 1.616,04 euro.
- Se su un conto corrente ci sono 2.000 euro, il creditore potrà pignorare circa 384 euro.
Ogni anno, l’importo dell’Assegno Sociale viene rivalutato, quindi anche la soglia di pignoramento varia.
Si può pignorare più di un quinto dello stipendio?
In alcuni casi, il pignoramento può superare il limite di un quinto. Questo accade quando il debitore ha più creditori di natura diversa.
Per esempio, se una persona ha debiti sia con un professionista (credito privato) sia con lo Stato (tributi non pagati), il pignoramento complessivo potrebbe superare il 20% dello stipendio. Tuttavia, la legge garantisce sempre almeno il 50% dello stipendio netto al lavoratore.
La procedura di pignoramento dello stipendio
Vediamo ora come funziona il processo che porta al prelievo forzato:
- Il creditore presenta l’atto di pignoramento al tribunale, che lo notifica al debitore e al datore di lavoro.
- Entro 10 giorni, il datore di lavoro o la banca deve comunicare via PEC o raccomandata l’importo dello stipendio del debitore.
- Udienza in tribunale: il giudice verifica la validità del credito e autorizza il pignoramento dello stipendio, che verrà trattenuto direttamente dalla busta paga.
- Il pignoramento decade automaticamente se il rapporto di lavoro si interrompe. Se il debitore trova un nuovo lavoro, il creditore dovrà notificare nuovamente l’atto di pignoramento al nuovo datore di lavoro.
In poche parole…
Nel 2025, le regole del pignoramento dello stipendio restano basate sugli stessi principi di tutela del debitore, ma con importi aggiornati in base all’Assegno Sociale. Se ti trovi in difficoltà economica devi essere consapevole dei rischi dei mancati pagamenti. Rexpira può aiutarti a gestire la situazione debitoria: contattaci usando il modulo in basso, sarai ricontattato gratuitamente e senza impegno da uno dei nostri consulenti.