Un assegno protestato è un assegno nei confronti del quale è stato avviato un procedimento che attesta il mancato pagamento della somma di denaro in esso specificata. Nella pratica è quello che succede quando il creditore, recatosi in banca per esigere l’incasso, si vede invece opporre un rifiuto perché l’assegno risulta “scoperto”.
Attenzione, il protesto è un atto pubblico vero e proprio, volto ad accertare il mancato pagamento del titolo di credito, generalmente gestito da un notaio o da un ufficiale giudiziario.
Quali sono le conseguenze di un assegno protestato?
Inevitabile e successiva conseguenza del protesto è la pubblicazione del nominativo nel Registro informatico Protesti conservato presso la competente Camera di Commercio; si viene inseriti in una sorta di “lista nera” con enormi disagi e difficoltà nell’ ottenere finanziamenti e per aprire semplicemente un conto corrente.
Tuttavia la durata effettiva di un assegno protestato è limitata ad un arco temporale di 5 anni, trascorsi i quali si ottiene l’automatica cancellazione.
Centrale di Allarme Interbancaria: 60 giorni di tempo per evitare l’iscrizione.
Se si vuole cancellare un protesto prima dei 5 anni è necessario prima di tutto, pagare quanto dovuto al creditore. Fondamentale in questo caso è riuscire a corrispondere quanto dovuto entro e non oltre 60 giorni dalla data di presentazione dell’incasso. Solo in questo modo sarà possibile evitare l’inserimento
del nominativo nella lista della Centrale di Allarme Interbancaria (CAI) ovvero l’ archivio informatizzato gestito da Banca d’Italia contenente tutte le notizie che riguardano le irregolarità commesse dai consumatori nell’uso di assegni bancari, assegni postali e carte di pagamento.
Tale iscrizione comporta la revoca all’emissione di assegni per un periodo di 6 mesi, nonché il divieto per qualunque banca o ufficio postale di pagare assegni emessi dal traente o aprire allo stesso nuovi conti.
L’iscrizione è invece immediata ( senza la tolleranza dei 60 giorni) quando si tratta di protesti di soggetti già iscritti alla CAI.
E’ possibile cancellare un protesto prima dei 5 anni? Come ottenere la riabilitazione del nominativo?
La normativa vigente, anche a seguito dell’avvenuto pagamento, non consente però l’ immediata cancellazione dal Registro Informatico dei Protesti.
Ciò vuol dire che l’assegno protestato e pagato entro 60 giorni dalla data di presentazione all’incasso deve comunque rimanere pubblicato almeno per un anno nel Registro Informatico dei Protesti.
Quindi nella pratica per cancellare il protesto è possibile:
- Attendere 5 anni, periodo oltre il quale il protesto viene automaticamente cancellato in base alle disposizioni di legge.
È importante però tenere in considerazione che la decadenza del protesto dopo 5 anni non cancella anche il debito. Questo significa che sarà cancellato il nominativo dal registro dei protestati, ma il creditore potrà comunque attivare tutte le misure necessarie per rivendicare il proprio credito con tutti i mezzi legali disponibili.
- Presentare un’istanza di riabilitazione presso il Tribunale, dopo un anno dalla “levata del protesto” accelerando in questo modo i tempi di cancellazione e di riabilitazione del nominativo.
Questa procedura presuppone ovviamente che il debito oggetto del protesto sia stato interamente pagato.
Rivolgiti a Rexpira, esperti consulenti del debito, che in caso di assegni protesti si occuperanno di inoltrare per tuo conto le istanze di cancellazione necessarie per la riabilitazione del tuo nominativo, fornendoti la migliore consulenza e la certezza di chiudere con successo ogni procedura a tuo carico.