Usura soggettiva e oggettiva: caratteristiche e differenze

In tema di Usura Bancaria si discute dell’usurarietà che deriva non tanto dal superamento del tasso soglia, quanto piuttosto dalla presenza di ulteriori circostanze che renderebbero gli interessi comunque “sproporzionati”. Per meglio chiarire il concetto è necessario distinguere due tipologie: l’usura soggettiva e quella oggettiva.

Quando si parla di usura oggettiva

L’usura Oggettiva è caratterizzata dalla determinazione normativa di un tasso soglia per ogni tipologia di finanziamento e operazione di credito. E’ la legge n. 108/1996 –  recante “Disposizioni in materia di usura”, che regola e stabilisce limiti certi, trasparenti ed oggettivi superati i quali, i tassi di interesse praticati diventano usurari, indipendentemente dal soggetto (banca o società finanziaria) erogatore del credito.

Questo tipo di usura è detta oggettiva, proprio perché si è d’innanzi ad un superamento effettivo ed inequivocabile del tasso soglia. L’usura è  dimostrabile matematicamente e la matematica, come ben noto, non è un opinione. Il bene giuridico tutelato in questa forma di usura è l’ordine nel mercato del credito: chiunque presti soldi non può farlo richiedendo un corrispettivo superiore a quello stabilito periodicamente dalla legge.

I casi di usura soggettiva

L’altra tipologia di usura, ossia quella soggettiva, è descritta del terzo comma dell’art. 644 del codice penale che afferma:

“Sono altresì usurari gli interessi, anche se inferiori a tale limite, che siano stati percepiti dalla banca unitamente a tutti gli altri vantaggi o compensi che, avuto riguardo alle concrete modalità del fatto e al tasso medio praticato per operazioni similari, risultano comunque sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro o di altra utilità, ovvero all’opera di mediazione, quando chi li ha dati o promessi si trova in condizioni di difficoltà economica o finanziaria”.

In questo caso il tasso di interesse per ritenersi usurario può anche non essere superiore al limite previsto dalla legge (tasso soglia). Si tratta della forma di usura che valorizza la situazione soggettiva del debitore e che ha lo scopo di tutelare non solo il teorico “ordine economico”, ma soprattutto il patrimonio di imprese e famiglie, che non può essere depauperato, approfittando delle difficoltà economiche (di tipo patrimoniale) o finanziarie (di liquidità) in cui questi soggetti possono temporaneamente trovarsi.

Come può dirsi sproporzionato un tasso entro soglia?

La situazione è delicata perché mentre nell’usura oggettiva il tasso soglia rappresenta un dato obiettivo e insindacabile con cui confrontarsi, nell’usura soggettiva occorre determinare e dimostrare le condizioni che fanno ritenere usurario il tasso pattuito, che rientra comunque entro la soglia di legge.

Chiaramente, quella dell’usura soggettiva è una questione complessa proprio per la genericità delle indicazioni e per la possibilità di fornire “un’interpretazione della regola”. Se poco frequentemente ci si ritrova, infatti, nelle condizioni previste per comprovare la presenza e l’applicazione di usura soggettiva, molti sono invece i casi in cui è possibile dimostrare la presenza indiscutibile di usura oggettiva sui rapporti contrattuali.

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Categoria: Debito Bancario

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