Ricevere una cartella esattoriale dall’Agenzia delle Entrate Riscossione può generare dubbi e preoccupazioni. È essenziale capire se la richiesta di pagamento sia ancora valida o se sia decaduta, per evitare spese non dovute. Ecco cosa verificare e come comportarsi per difendere i propri diritti.
Verifica delle Informazioni Principali
Quando si riceve una cartella esattoriale dall’Agenzia delle Entrate Riscossione, è fondamentale esaminare con attenzione alcune informazioni chiave. Questi dettagli possono infatti aiutare a determinare se il debito è ancora esigibile oppure se è decaduto o prescritto. Ecco le principali informazioni da controllare:
Identificazione dell’Ente Creditore
- Cos’è: l’ente creditore è l’organismo che ha originato il debito e che ne richiede il pagamento. Questo può essere l’Agenzia delle Entrate, un ente locale (come il Comune o la Regione), l’INPS per contributi previdenziali o altri enti pubblici.
- Perché è importante: conoscere l’ente creditore è essenziale, poiché le norme di decadenza e prescrizione possono variare a seconda dell’ente e della tipologia di debito. Ad esempio, i termini di prescrizione per le multe del Codice della Strada sono diversi rispetto a quelli delle imposte sul reddito.
Tipologia del Tributo o Sanzione
- Cos’è: Ogni cartella riporta la tipologia di tributo o sanzione a cui si riferisce il debito. Può trattarsi di imposte dirette (come IRPEF o IRES), imposte indirette (come IVA), contributi previdenziali INPS, oppure sanzioni amministrative come le multe.
- Perché è importante: i termini di decadenza e prescrizione variano significativamente in base al tipo di tributo. Ad esempio, una cartella relativa a un debito IVA ha termini di prescrizione diversi rispetto a una cartella per contributi previdenziali non versati all’INPS.
Anno di Maturazione del Tributo e Anno di Iscrizione a Ruolo
- Anno di maturazione del tributo: è l’anno in cui è sorto il debito, ovvero il periodo d’imposta a cui si riferisce.
- Anno di iscrizione a ruolo: è l’anno in cui il debito è stato formalmente registrato dall’ente creditore in un elenco chiamato “ruolo”, che autorizza la riscossione forzata da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
- Perché sono importanti: l’anno di maturazione e l’anno di iscrizione a ruolo determinano i termini di decadenza e prescrizione. La decadenza inizia a decorrere dall’anno di iscrizione a ruolo, mentre la prescrizione si calcola a partire dalla data del tributo stesso. Questo può essere determinante per contestare una cartella, specialmente quando l’iscrizione a ruolo avviene in ritardo rispetto all’anno di maturazione.
Eventuali Precedenti Atti di Accertamento
- Cosa sono: gli atti di accertamento sono notifiche inviate dal fisco al contribuente per informarlo dell’esistenza di un debito. Questi atti precedono la cartella esattoriale e possono includere avvisi bonari, avvisi di accertamento o avvisi di addebito.
- Perché sono importanti: se sono stati notificati atti di accertamento precedenti, è fondamentale valutarne le date, poiché queste potrebbero influenzare i termini di prescrizione e decadenza del debito. Ogni atto notificato può interrompere i termini di prescrizione, facendo ripartire il conteggio del tempo.
Questi elementi sono cruciali per valutare se la pretesa sia soggetta a prescrizione o decadenza. Sebbene entrambi i termini indichino l’effetto del tempo sulla riscossione, hanno differenze importanti:
- La prescrizione si può interrompere o sospendere, estendendo così il periodo entro cui l’ente creditore può riscuotere.
- La decadenza, invece, rappresenta un limite massimo oltre il quale il diritto a riscuotere non è più valido e può essere sospesa solo in casi specifici previsti dalla legge.
Un esempio pratico
Immaginiamo che abbiate ricevuto nel gennaio 2023 una cartella esattoriale relativa a un debito IRPEF del 2017, iscritto a ruolo nel 2019. Poiché il termine di decadenza scadeva il 31 dicembre 2022, potreste:
- Contattare un esperto fiscale per una verifica preliminare.
- Presentare un ricorso presso la Commissione Tributaria entro 60 giorni dalla notifica, includendo documenti che dimostrano il superamento del termine di decadenza.
- Chiedere l’annullamento in autotutela presso l’Agenzia delle Entrate Riscossione, evidenziando che la cartella è stata notificata oltre il termine.
Come Agire in Caso di Decadenza
Se ritenete che la cartella ricevuta sia decaduta, è importante agire con tempestività. Controllare la decadenza può farvi risparmiare cifre significative, evitandovi sanzioni aggiuntive o altri costi.
Se la vostra cartella esattoriale ha importi superiori a 20 mila euro, compilate il modulo per ricevere una consulenza gratuita da un esperto di Rexpira. Uno specialista vi aiuterà a esaminare i termini di decadenza e a verificare la validità della richiesta. In genere, per contestare una cartella avete 30 o 60 giorni dalla ricezione, a seconda della natura del debito. Agire nei tempi previsti è fondamentale per tutelare i vostri diritti e ridurre i costi.
Non lasciate che scadano i termini, proteggete i vostri diritti!