Articolo a cura di Giuseppe Valvo, consulente del debito Rexpira
Come ogni forma di debito, un prestito personale non pagato non dura per sempre ma ha una scadenza temporale che, una volta oltrepassata, non consente al creditore di poter vantare diritti sulla somma erogata. In questo caso, si parla di “decadenza” del prestito o più specificatamente di prescrizione.
Nello specifico, la prescrizione del debito è un istituto dell’ordinamento giuridico italiano in base al quale, superati i termini di scadenza previsti dalla prescrizione, i crediti non potranno più essere riscossi e dunque il creditore perderà il diritto di ottenerne il capitale finanziato.
Ma cerchiamo di fare chiarezza sul meccanismo che regola la prescrizione del debito e analizziamone le tempistiche poiché, per il debitore attendere i tempi necessari affinché il prestito vada in prescrizione non è così semplice e conveniente.
Da quando si inizia a conteggiare la prescrizione?
Nel caso specifico di debiti derivanti dalla sottoscrizione di finanziamenti e mutui, i termini di prescrizione regolamentati dall’articolo 2946 del Codice Civile corrispondono a 10 anni, salvo eccezioni previste dal contratto. Tale scadenza non deve essere calcolata a partire dalla data in cui è stato sottoscritto il finanziamento. Il termine di prescrizione decorre, infatti, dal momento in cui si verifica l’inadempimento.
Nello specifico, la Corte di Cassazione stabilisce che il finanziamento debba essere considerato in modo unitario, come unica prestazione: la prescrizione ricade su tutto il credito e non sulle singole rate. In virtù di ciò, le mensilità non saldate andranno in prescrizione solo a partire dalla data di scadenza prevista per il pagamento dell’ultima rata.
Attenzione: è necessario che il debitore non abbia mai ricevuto alcuna richiesta di pagamento ufficiale da parte del creditore!
Nel momento in cui il creditore comunica ufficialmente il proprio diritto di credito tramite una lettera di diffida e messa in mora, il termine di prescrizione si interrompe. In pratica, la prescrizione potrebbe non compiersi mai se, prima del compimento di ogni decennio, il creditore invia una diffida al debitore. Naturalmente, anche l’avvio di un’azione giudiziaria contro il debitore interrompe il termine di prescrizione.
Mancato pagamento della rata: quali conseguenze?
Il mancato pagamento delle rate di un prestito comporta pesanti conseguenze per il debitore insolvente. In questi casi, le banche o le società finanziarie non attenderanno la scadenza dei dieci anni senza far nulla, ma si attiveranno con tutta una serie di azioni a contrasto del mancato rimborso. Prima che maturino i termini di prescrizione, il debitore insolvente sarà sicuramente contattato e vessato da numerosi solleciti da parte dell’istituto creditore e in caso di mancato pagamento, si chiederà l’intervento di una società di recupero crediti, per giungere infine, alla segnalazione come cattivo pagatore nelle banche dati.
Quest’ultimo provvedimento renderà molto difficile l’accesso a un nuovo credito, impedendo al debitore di ottenere nuovi prestiti e una serie di problematiche sicuramente più complesse, che possono sfociare nel pignoramento dei beni o dello stipendio/pensione come compensazione del debito non riscosso dall’ente creditore.
Attendere e sperare che si giunga alla prescrizione di un finanziamento non è assolutamente conveniente e non è di certo la soluzione migliore. Per quanto sia possibile che il tempo passi senza intoppi, difficilmente un creditore smetterà di chiedere i soldi indietro.
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